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La famiglia di “iFamNews” e il clamoroso “caso CEDU”

Dove si spiega cosa siamo, cosa non siamo, cosa facciamo, quando lo facciamo e perché lo facciamo

Marco Respinti di Marco Respinti
22/05/2020
in Editoriali
118
Reading Time: 5min read
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Last updated on Maggio 22nd, 2020 at 04:07 am

International Family News (“iFamNews”) è un po’ come una grande famiglia. No, non è una frase fatta e scontata, stucchevole nel suo ammiccare proprio alla famiglia, cioè a uno degli argomenti forti della nostra scelta editoriale quotidiana. Sul serio “iFamNews” è un po’ come una famiglia. E cos’è una famiglia? Tante cose, ma mi soffermo su una, che qui, per relazione al sito d’informazione in più, e sempre di più lingue che ho l’onore di dirigere, importa. La famiglia è l’unione consensuale volontaria fra persone libere fatta di dedizione totale l’uno all’altro e accomunata da un destino. In essa le personalità dei componenti, madre, padre, figli, non vengono annullate; anzi, si esaltano nel confronto, nell’interazione, persino talora nell’alterco soprattutto quando ricomposto. La famiglia è reciprocamente educativa, pur avendo una gerarchia, e non è mai omologante.

Come ogni vera famiglia, anche la famiglia di “iFamNews” è composta da soggetti diversi, talora persino molto, che hanno però voluto dare vita a un’unione che ha uno scopo unico e un solo destino: raccordare chiunque abbia a cuore il diritto alla vita umana dal concepimento alla morte naturale, la tutela della famiglia naturale, la garanzia della libertà religiosa e una serie di corollari di questa terna quali l’attenzione alla libertà educativa, la difesa della libertà di espressione e il diritto alla verità, la missionarietà culturale e religiosa, la libertà di culto che è un’articolazione indispensabile affinché la libertà di religione sia concreta, l’ideale di una politica autenticamente a misura di uomo (e per i credenti secondo il piano di Dio) e la stigmatizzazione di tutte le ideologie che contrastino con questo principiarium.

Quello che noi siamo

È dunque evidentemente un’unione volontaria e consensuale a maglie larghe. Chi difende la vita, la famiglia e la libertà religiosa lo fa spesso in maniera differente, e soprattutto avendo a cuore altri valori che però non sono invece patrimonio universale dei suoi amici e colleghi in “iFamNews”. È naturale, essendo soggetti grazie a Dio differenti e liberi, provenienti da retroterra culturali, religiosi e politici (molto) diversi, figli di situazioni storiche varie e appartenenti a una molteplicità di nazioni, popoli e Stati. Quello che non è “IFamNews” è la costrizione di tutti e ciascuno dentro giudizi ulteriori rispetto alla difesa di vita, famiglia e libertà religiosa. Nella nostra famiglia (quella che porta il nostro cognome e quella di “iFamNews”) ci sono opinioni che non condividiamo gli uni degli altri, sfumature differenti, accenti diversi. Persino il sottoscritto, che di “iFamNews” è il direttore scelto dall’editore, non condivide tutti i giudizi che su questioni altre rispetto a vita e famiglia alcuni dei suoi collaboratori o persino dirigenti esprimono. Nemmeno l’editore Brian S. Brown lo fa. Brian e il sottoscritto, amici da molti anni prima, molto prima che tutto questo fosse, giovanotti o poco più, accomunati da tante esperienze importanti, talora importantissime, anzi fraternizzanti, non pensiamo la medesima identica cosa su tematiche diverse da vita e famiglia. Infatti lavoriamo assieme su vita e famiglia, non su altro. Su altro ci confrontiamo e discutiamo (da anni, appunto), soppesiamo, ponderiamo, valutiamo, a volte non concordiamo a volte sì. Mi vanto addirittura di avere messo in pagina, in più lingue, espressioni, giudizi e parole che non condivido affatto, ma che non erano essenziali rispetto al principiarium di “iFamNews”. Le ho avvertite come stonate, ci ho riflettuto, ne ho discusso con l’editore, abbiamo ponderato e poi le ho messe volentieri in pagina. Cerco ciò che unisce, non ciò che divide: essendo ciò che unisce principiale e ciò che divide secondario (benché non banale o ininfluente), ne vado fiero. Si chiama libertà. Ordinata.

La libertà ordinata permette di mettersi assieme per uno scopo preciso, vita e famiglia, e di discordare su altro evitando gli estremi del caos e della setta ideologica. Non siamo un partito politico, e non lo saremo mai. Non siamo un ordine, non siamo un club, non siamo una camarilla. Siamo un sito d’informazioni che difende e promuove vita, famiglia e libertà ordinata.

Lo stesso, seppur in modo diversi, è per l’ente editore di “iFamNews”, l’International Organization for the Family (IOF), presieduto da Brian C. Brown, e per il World Congress of Families che, fra l’altro, l’IOF promuove e organizza. Assieme miriamo a fare rete tra chi difende vita e famiglia. Talora vediamo i nostri amici e colleghi esprimersi altrove su altri temi e ne siamo “invidiosi” perché avremmo sinceramente voluto pubblicare noi quel bel pezzo, talora ne siamo contenti perché con quei giudizi non concordiamo. Ma “iFamNews”, IOF e WCF vivono al netto e stanno a monte di ciò.

Il mondo è grande e libero, e accade così che altri si siano fatti di questa famiglia un’idea diversa: alcuni in malafede, altri per ignoranza. Pazienza. Noi siamo qui tutti i giorni a fare questo mestiere, male e o bene lo giudichino i lettori, e soprattutto chi ha a cuore e difende vita, famiglia e libertà religiosa.

Siamo così soli?

Questa lunga premessa mi serve per introdurre un argomento importantissimo, che sta diventando un voluto tormentone di “iFamNews”. I legami inquietanti fra alcuni giudici della Corte Europea dei Diritti Umani (CEDU) e il milionario George Soros, che nel mondo propaganda e finanzia la mentalità abortista e la cultura transgender, denunciati nel rapporto Les ONG et les juges de la CEDH, 2009-2019  (disponibile anche in lingua inglese e in lingua spagnola) che più di due mesi fa è stato pubblicato dal European Centre for Law & Justice (ECLJ), diretto a Strasburgo da Grégor Puppinck, PhD, che è pure membro del Comitato di esperti per la riforma della CEDU. Ne abbiamo parlato allora e ne abbiamo parlato a fronte di una successiva singolare “riposta” da parte della CEDU. Troviamo la questione davvero grave e per questo ce ne occupiamo di continuo.

La puntata più recente di questa vicenda la leggete oggi su “iFamNews”. Alle denunce circostanziate dello stimato Puppinck nessuno in Europa occidentale ha reagito. Nessuno. Possibile che nessuno in Europa occidentale consideri imbarazzante che l’indipendenza e la trasparenza di giudizio dell’organo giurisdizionale internazionale, istituito per salvaguardare i diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali nei Paesi che aderiscono al Consiglio d’Europa, sia messa in discussione seria dal peso che su di essa esercita il portatore di una ideologia che su vita e famiglia stia agli antipodi nostri, qual è il potente George Soros? Siamo così soli? Francamente la cosa ci lascia allibiti. Siamo allibiti dal giorno in cui il rapporto dell’ECLJ è stato pubblicato, ma siamo ancora più allibiti ora che invece qualcuno, un governo, reagisce. È il governo russo. A esso potrebbero presto affiancarsi altri governi dell’Europa centrale e orientale, con orientamenti diversi da quello russo. Venerdì 22 maggio “iFamNews” compirà quattro mesi. Abbiamo esaltato il parlamento polacco quando sembrava in procinto di mosse storiche e lo abbiamo criticato quando ha fatto marcia indietro, abbiamo parlato bene del presidente Donald J. Trump o della sua Amministrazione quando lo ha meritato e male del suo avversario elettorale Joe Biden perché lo meritava, abbiamo elogiato il governo sloveno e criticato altri, abbiamo intervistato uomini politici e criticato ministri italiani tenendo sempre come stella polare la vita, la famiglia e la libertà religiosa. Il silenzio di tutti eccettuata la Russia, non sul nuovo prêt-à–porter estivo, ma sul condizionamento della CEDU, ci lascia, lo ribadiamo, esterrefatti. Tanto volevano francamente dire ai nostri variegati lettori.

Tags: 2009-2019AbortoBrian S. BrownCEDUConsiglio d'Europadiritto alla veritàEuropean Centre for Law & Justice (ECLJ)famiglia naturaleGeorge SorosGrégor PuppinckIFamNewsInternational Family NewsInternational Organization for the FamilyIOFlibertà ordinataLibertà religiosamissionarietàRussiaTransgendervita umana dal concepimento alla morte naturaleWCFWorld Congress of Families
Marco Respinti

Marco Respinti

Marco Respinti è il direttore di International Family News. Italiano, è giornalista professionista, membro dell’International Federation of Journalists (IFJ), saggista, traduttore e conferenziere. Ha collaborato e collabora con diversi quotidiani e periodici, sia in versione cartacea sia online, in Italia e all’estero. Autore di libri, ha tradotto e/o curato opere di, fra gli altri, Edmund Burke, Charles Dickens, T.S. Eliot, Russell Kirk, J.R.R. Tolkien, Régine Pernoud e Gustave Thibon. Senior Fellow al Russell Kirk Center for Cultural Renewal (Mecosta, Michigan), è anche socio fondatore e membro del Consiglio Direttivo del Center for European Renewal (L’Aia, Paesi Bassi). Membro del Comitato editoriale del periodico The European Conservative e del Consiglio Consultivo della European Federation for Freedom of Belief, è direttore responsabile del periodico accademico The Journal of CESNUR e, sul web, di Bitter Winter: A Magazine on Religious Liberty and Human Rights.

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